La prevenzione del riciclaggio di denaro e l’adeguata verifica della clientela sono attività sempre più centrali nella pratica forense. Gli avvocati non sono più soltanto consulenti legali, ma in molti casi soggetti chiamati a garantire che le operazioni assistite non diventino strumenti di attività illecite. In questo scenario, l’AI per avvocato sta emergendo come un alleato prezioso per migliorare i controlli, ridurre i rischi e semplificare le procedure, sempre nel rispetto del D.Lgs. 231/2007 e delle linee guida di CNF e UIF.
Il quadro normativo sull’antiriciclaggio per gli avvocati
Il Decreto Legislativo 231/2007, che recepisce la Direttiva UE 2015/849 (IV Direttiva Antiriciclaggio), stabilisce che anche gli avvocati, in determinate circostanze, sono soggetti agli obblighi di prevenzione del riciclaggio. Questo accade, ad esempio, quando si prestano consulenze o assistenza per operazioni finanziarie, immobiliari o societarie, oppure quando si gestiscono fondi, patrimoni e veicoli giuridici complessi.
Gli obblighi principali includono:
- Adeguata verifica della clientela (artt. 17-30)
- Conservazione dei dati e dei documenti (art. 31)
- Segnalazione di operazioni sospette alla UIF (art. 35)
Il Consiglio Nazionale Forense ha chiarito che tali obblighi non devono intaccare il segreto professionale, ma richiedono comunque strumenti idonei a valutare correttamente il rischio.
La giurisprudenza conferma questo approccio: in particolare la sentenza Cass. Pen. Sez. VI, n. 31617/2020 ha riconosciuto la responsabilità del professionista che omette la verifica rafforzata in presenza di indicatori di sospetto. Le comunicazioni UIF, inoltre, sottolineano la necessità di aggiornare costantemente i parametri di valutazione del rischio e di utilizzare indicatori di anomalia affidabili.
Come l’AI per avvocato può intervenire?
Integrare l’AI nei processi di antiriciclaggio non significa delegare a un software decisioni delicate o rinunciare al controllo professionale. Significa potenziare l’analisi e ridurre le attività ripetitive che sottraggono tempo.
L’intelligenza artificiale consente di automatizzare la raccolta e l’analisi dei dati della clientela. Attraverso algoritmi di machine learning e natural language processing si può confrontare in tempo reale le informazioni del cliente con banche dati nazionali e non (es. liste PEP, liste sanzionatorie ONU, UE, OFAC).
Questo tipo di screening avanzato consente di rilevare indicatori di rischio che una verifica manuale potrebbe non individuare, soprattutto quando il cliente opera in più giurisdizioni o attraverso strutture societarie complesse.
Un altro aspetto importante è la valutazione dinamica del rischio. I sistemi più evoluti non si limitano a un controllo iniziale, ma aggiornano costantemente il punteggio in base a nuove informazioni o transazioni sospette. Lo studio legale può così intervenire tempestivamente quando emergono anomalie, evitando di affidarsi a controlli periodici che potrebbero arrivare troppo tardi.
L’AI per avvocato può anche migliorare il monitoraggio delle operazioni nel tempo, grazie a dashboard interattive che segnalano automaticamente transazioni fuori dal profilo abituale del cliente.
Un sistema di questo tipo consente di integrare le procedure interne con alert in tempo reale, evitando che i segnali deboli di potenziale riciclaggio vengano ignorati.
Infine quando diventa necessario predisporre una segnalazione di operazione sospetta (SOS), l’AI per avvocato può organizzare i dati in modo chiaro e coerente: estrarre i documenti rilevanti, tracciare le verifiche già effettuate e predisporre bozze di report conformi agli standard UIF.
Non si tratta di un’automatizzazione cieca, perché l’avvocato mantiene sempre la responsabilità della decisione finale e della firma sulla segnalazione. Tuttavia, la qualità e la tempestività delle informazioni raccolte migliorano sensibilmente, riducendo il rischio di omissioni involontarie o di errori di valutazione.
Vantaggi e limiti dell’AI per avvocato in materia antiriciclaggio
L’integrazione di strumenti di AI in questo ambito porta benefici tangibili. Le verifiche preliminari possono essere eseguite con maggiore rapidità e completezza, perché l’algoritmo è in grado di scandagliare database e fonti più estese di quelle consultabili manualmente. L’intero processo diventa tracciabile, una caratteristica preziosa in caso di ispezioni da parte delle autorità di vigilanza.
Tuttavia è essenziale essere consapevoli dei limiti. Gli algoritmi possono incorrere in bias, sovra o sottostimando alcuni rischi, se i dati di addestramento non sono bilanciati.
L’avvocato rimane sempre il responsabile ultimo delle decisioni: l’AI deve essere vista come uno strumento di supporto, non come un sostituto. Inoltre, è indispensabile garantire la conformità normativa del software utilizzato al GDPR e le prescrizioni deontologiche, come l’art. 17 che richiede veridicità e trasparenza in ogni informazione gestita o comunicata.
Come implementare un sistema di AI in modo sicuro?
L’adozione di un sistema di AI per avvocato richiede un approccio strutturato e non improvvisato. È necessario integrare la tecnologia nei processi interni dello studio legale in maniera coerente con gli obblighi normativi e con il Codice Deontologico Forense.
Individuare l’esposizione al rischio
Il primo passo è una mappatura accurata delle esigenze e dei rischi specifici dello studio. Non tutti gli studi legali gestiscono la stessa tipologia di clientela o lo stesso livello di esposizione al rischio riciclaggio. Chi assiste clienti internazionali o si occupa di operazioni societarie complesse avrà esigenze ben diverse da chi presta consulenza prevalentemente in ambito civile. Questa analisi preliminare aiuta a scegliere la soluzione più adeguata, evitando l’uso di sistemi non adatti.
Selezionare fornitori affidabili
Gli strumenti di AI dovrebbero rispettare standard di sicurezza informatica come la certificazione ISO 27001, garantire l’aggiornamento costante delle banche dati utilizzate e fornire audit trail completi che permettano di ricostruire le verifiche effettuate in caso di ispezioni da parte delle autorità. È fondamentale anche verificare la compatibilità con il GDPR, dato che il trattamento dei dati personali dei clienti resta sotto la piena responsabilità dello studio legale.
AI come supporto all’avvocato
L’integrazione ottimale di un sistema di AI per avvocato passa per la creazione di workflow ibridi, nei quali l’algoritmo si occupa della raccolta e dell’analisi preliminare dei dati, mentre l’avvocato esercita il proprio giudizio per confermare o smentire le valutazioni prodotte dalla macchina. Documentare le decisioni prese e le verifiche svolte diventa parte integrante del processo, tutelando il professionista da possibili contestazioni future.
Formazione del personale interno
Non tutti i collaboratori di uno studio legale hanno familiarità con gli strumenti di intelligenza artificiale. Occorre formare il personale, spiegando come funzionano, quali sono i loro limiti e come devono essere utilizzati riduce il rischio di errori e di fraintendimenti.
Monitoraggio costante
Occorrono necessariamente audit periodici per verificarne l’efficacia e per adeguarlo alle novità normative o alle nuove indicazioni della UIF. Solo con una gestione continua l’AI per avvocato diventa un reale vantaggio competitivo e uno strumento di conformità solido, anziché una tecnologia installata e dimenticata.
AI per avvocato come strumento etico e strategico
L’AI per avvocato non è un semplice gadget tecnologico, ma un vero e proprio alleato strategico per affrontare con maggiore efficienza gli obblighi antiriciclaggio. Se usata con cautela e senso critico, permette di ridurre il carico amministrativo, aumentare la precisione dei controlli e rafforzare la posizione dello studio legale nei confronti delle autorità di vigilanza.
Un approccio etico e consapevole all’intelligenza artificiale, unito a una piena comprensione del quadro normativo, consente all’avvocato non solo di evitare sanzioni, ma anche di offrire un servizio migliore al cliente, basato su trasparenza, sicurezza e rispetto delle regole.