Disposizioni sull’uso dell’intelligenza artificiale nelle professioni intellettuali

Guida completa sull’intelligenza artificiale per avvocati e studi legali: cosa cambia, come mettersi in regola e come comunicare ai clienti l’uso dell’IA, con checklist operative e modelli pronti all’uso.

1) Il contesto normativo: perché l’art. 13 è uno spartiacque

La Legge 23 settembre 2025, n. 132 ha introdotto un quadro organico sull’intelligenza artificiale (IA) in Italia, in coerenza con il Regolamento (UE) 2024/1689 (AI Act). Per le professioni intellettuali, l’art. 13 chiarisce in modo semplice ma incisivo due principi cardine: (i) l’IA è strumento di supporto al lavoro del professionista; (ii) l’uso dell’IA va comunicato al cliente con linguaggio chiaro, semplice, esaustivo. Questo impianto recepisce la logica di centralità del decisore umano, principio che attraversa tutto il nuovo diritto dell’IA.

Professioni intellettuali: a chi si applica

Per «professioni intellettuali» si intendono, in via generale, quelle fondate sulla prestazione d’opera intellettuale (tra cui la professione forense). L’art. 13 è dunque rilevantissimo per gli studi legali: dall’uso di sistemi generativi per bozze e ricerche, all’analisi di contratti, fino a tool predittivi e di knowledge management.

Cosa NON consente l’art. 13

  • Non legittima un affidamento automatico all’esito della macchina: l’IA non può sostituire il giudizio professionale.
  • Non consente di eludere gli obblighi di riservatezzaprotezione dei dati e deontologia: i flussi con informazioni coperte da segreto professionale vanno trattati con misure tecniche e organizzative adeguate (preferibilmente on‑premise o in cloud europeo con controlli stringenti).

2) L’IA come «strumento di supporto»: che cosa significa in concreto per uno studio legale

L’IA «supporta», non decide. Nel quotidiano di uno studio legale questo si traduce in:

  • Ricerche giurisprudenziali e dottrinali: accelerare il reperimento delle fonti, mantenendo il controllo sul fact-checking.
  • Analisi documentale e due diligence: estrazione di clausole, confronto versioni, individuazione di anomalie e rischi.
  • Drafting assistito: generazione di bozze di atti, lettere e contratti, con revisione e firma umana.
  • Summarization & meeting notes: riassunti di fascicoli, verbali, call, con repository ricercabili.
  • Knowledge management: creazione di basi di conoscenza interne interrogabili in linguaggio naturale.
  • Compliance e risk spotting: sistemi che segnalano incoerenze, scadenze, conflitti interni.

Regola d’oro: nessun output viene «girato al cliente» senza revisione critica del professionista(human‑in‑the‑loop), tracciata in un log di validazione.

3) Trasparenza verso il cliente: come, quando e quanto informare

L’obbligo informativo ha un contenuto minimo ma sostanziale. Una buona informativa dovrebbe rispondere a queste domande:

  1. Perché usiamo l’IA? (es. efficienza, qualità, tempestività)
  2. In quali attività la impieghiamo? (ricerche, analisi, bozze: mai decisioni finali)
  3. Quali dati vengono trattati e con quali garanzie? (cifratura, isolamento dei dati, no re‑training su dati del cliente, conservazione, tempi)
  4. Chi è responsabile delle decisioni? (sempre il professionista)
  5. Quali diritti ha il cliente? (chiedere chiarimenti, opt‑out ragionevole quando possibile, canale per reclami)
  6. Quali rischi residui esistono e come vengono mitigati? (allucinazioni, bias, errori, misure di verifica)

Tempistiche e canali

  • Al conferimento dell’incarico: inserire un paragrafo dedicato nell’engagement letter.
  • Sul sito: pubblicare una AI Policy per i clienti sintetica e aggiornata.
  • Durante il rapporto: notificare cambiamenti rilevanti (nuovi sistemi, nuove finalità, nuovi fornitori).

4) Privacy, riservatezza e sicurezza: progettare l’IA «by design» in studio

Per uno studio legale, i dati trattati sono spesso sensibili e talvolta coperti da segreto professionale. L’adozione di IA va dunque impostata con criteri privacy‑by‑design e security‑by‑design:

  • Local first: preferire modelli on‑premise / edge o istanze dedicate in cloud con data residency UE, isolamento, cifratura a riposo e in transito, KMS proprietario.
  • No training sui dati del cliente: disattivare l’uso dei prompt e dei documenti ai fini di addestramento del fornitore; accordi Data Processing Agreement (DPA) chiari.
  • Classificazione dei dati: etichettare i dataset (es. pubblico / interno / confidenziale / privilegiato) e impostare policy di accesso.
  • Registro dei trattamenti & DPIA: valutazioni d’impatto quando pertinente; definire basi giuridiche, finalità, tempi di conservazione, misure tecniche.
  • Controlli di sicurezza: hardening dei server, network segmentation, audit periodici, monitoraggio degli accessi, backup e disaster recovery testati.
  • Anti‑leak & prompt hygiene: regole su cosa non inserire nei prompt (dati identificativi non necessari, segreti industriali del cliente, ecc.).

5) Governance dell’IA: ruoli, processi e documentazione indispensabili

Una governance efficace riduce rischi e responsabilità:

  • Comitato IA interno: partner responsabile + IT/InfoSec + referente privacy + responsabile qualità. Mandato: approvare casi d’uso, valutare fornitori, gestire incidenti.
  • Catalogo dei sistemi: inventario dei modelli e dei tool (versioni, vendor, scopi, dati, owner, basi giuridiche, livelli di rischio, controlli).
  • Policy e SOP: procedure scritte per promptingreview umana, gestione dei falsi positivi/negativi, uso in contenzioso vs. consulenza.
  • Audit trail: log delle interazioni significative (prompt/materiali forniti, output chiave, nome del revisore, esito della revisione).
  • Test & validazione: scenari di prova, benchmark d’accuratezza/robustezza, controlli di bias e di spiegabilitàdove ragionevole.
  • Formazione continua: moduli su rischi, limiti, etica, privacy, sicurezza, uso corretto dei template.

6) Come scegliere (e contrattualizzare) soluzioni di IA conformi

Criteri tecnici da richiedere ai fornitori o al team IT per soluzioni interne:

  • Isolamento dei dati (tenant dedicato), opt‑out dal re‑training, conservazione in UE, log esportabili.
  • Cifratura end‑to‑end; gestione chiavi (BYOK o HYOK per casi ad alta sensibilità).
  • Controlli amministrativi: SSO, RBAC/ABAC, MFA, audit API.
  • Documentazione del modello: card del modello, set di training, limiti noti, politiche di aggiornamento.
  • Conformità a standard: ISO/IEC 27001, 27701, 42001 (se disponibile), SOC 2, e threat modeling da condividere.

Clausole contrattuali utili:

  • Divieto di riuso dei dati del cliente per addestramento.
  • Sub‑processor nominati e auditabili; notifica di incidenti e tempi di risposta.
  • Indennizzi per violazioni; livelli di servizio (SLA) e penali per downtime e data breach.
  • Data residencyreversibilità dei dati, cancellazione certificata a fine rapporto.

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7) Modelli pronti: informativa al cliente, clausole di incarico, policy interne

Di seguito trovi template essenziali da adattare al tuo studio.

7.1 Informativa al cliente sull’uso dell’IA (template breve)

Oggetto: Informazioni sull’uso di sistemi di intelligenza artificiale (IA)

Gentile Cliente, per migliorare efficienza e qualità delle prestazioni, il nostro studio utilizza, in attività di supporto, alcuni sistemi di intelligenza artificiale. Tali sistemi non prendono decisioni al posto dei professionisti, che restano responsabili di ogni valutazione e scelta.

Ambiti di impiego: ricerche giuridiche, analisi documentale, drafting di bozze, riassunti. Dati trattati: ove necessario, i dati strettamente pertinenti allo scopo; sono applicate misure di riservatezza e sicurezza (cifratura, controllo accessi, registrazione log). I dati non sono usati per addestrare i fornitori. Diritti del cliente: può richiedere chiarimenti in ogni momento ed esprimere preferenze sull’uso dell’IA; ove tecnicamente possibile, possiamo offrire alternative senza IA.

Restiamo a disposizione per ulteriori informazioni. Cordiali saluti, [Nome Studio]

7.2 Clausola da inserire nella lettera di incarico (engagement)

Uso di sistemi di intelligenza artificiale — Lo Studio potrà avvalersi, in via di supporto, di sistemi di intelligenza artificiale per ricerche, analisi documentale e predisposizione di bozze. Le decisioni, le valutazioni giuridiche e gli atti condivisi con il Cliente restano in ogni caso di esclusiva responsabilità dei professionisti dello Studio. Lo Studio adotta misure tecniche e organizzative idonee a proteggere i dati e a prevenire usi impropri degli strumenti tecnologici.

7.3 Estratto di policy interna per l’uso dell’IA (scheletro)

  1. Scopo e ambito — Strumenti coperti, team coinvolti, documenti correlati.
  2. Principi — Prevalenza del lavoro umano, trasparenza, minimizzazione dati, sicurezza, tracciabilità.
  3. Casi d’uso ammessi — Ricerca, analisi, drafting, riepiloghi; casi vietati (es. automatizzare la strategia processuale).
  4. Prompting sicuro — Cosa non inserire (dati eccedenti, segreti non necessari), come mascherare i dati (pseudonimizzazione).
  5. Revisione umana — Obbligo di review per ogni output destinato al cliente/autorità; checklist di qualità.
  6. Gestione incidenti — Canali di segnalazione, triage, comunicazioni al cliente/autorità ove necessario.
  7. Audit e miglioramento — Metriche, audit trimestrali, piano di remediation.

8) Come comunicare l’uso dell’IA ai clienti: tono, canali, domande frequenti

Tono: professionale, positivo ma realistico sui limiti. Canali: sito (pagina «Tecnologia» o «Come lavoriamo»), engagement letter, newsletter, informative privacy, onboarding. Messaggi chiave:

  • L’IA non sostituisce il lavoro dell’avvocato; lo potenzia.
  • Benefici tangibili per il cliente (tempi, qualità, costi).
  • Controlli e responsabilità sono umani.

FAQ da inserire sul sito (esempi):

  • Usate IA generativa? — Sì, in attività di supporto e con review umana.
  • I miei dati sono al sicuro? — Sì: dati minimizzati, cifrati, non usati per addestrare i fornitori; opzioni on‑premise.
  • Posso chiedere di non usare l’IA sul mio fascicolo? — Valutiamo richieste caso per caso e offriamo alternative quando possibile.

9) Roadmap di adozione in 90 giorni (per studi piccoli, medi, grandi)

Giorni 0–30 — Assessment

  • Mappatura processi e dati; quick‑wins (ricerche, summarization).
  • Scelta architetture (on‑prem/cloud UE), requisiti di sicurezza, data residency.
  • Bozza di Policy IA e Informativa cliente.

Giorni 31–60 — Pilota controllato

  • Abilitare 2–3 casi d’uso a basso rischio con valutazioni ex‑ante (accuratezza, bias, explainability ragionevole).
  • Definire log e KPI (tempo risparmiato, tasso di correzione umana).
  • Formazione del team; feedback e hardening.

Giorni 61–90 — Messa a regime

  • Estendere i casi d’uso, integrare con DMS/CRM, backup e DR.
  • Audit interno; formalizzare ruoli (Comitato IA) e calendario di revisione trimestrale.

10) Intelligenza Artificiale Avvocati: Errori comuni da evitare

  • Shadow AI senza policy: strumenti non approvati che espongono dati.
  • Prompt con dati eccedenti: inserire nei prompt informazioni identificative non necessarie.
  • Output non verificati: inoltrare al cliente testi non revisionati.
  • Assenza di tracciabilità: niente log = impossibile ricostruire responsabilità.
  • Over‑promise in marketing: comunicazioni che fanno credere a decisioni «automatiche» o a infallibilità dell’IA.

11) Conclusioni

L’art. 13 L. 132/2025 offre agli studi legali un perimetro chiaro: l’IA è ammessa come supporto, con trasparenzaverso il cliente e prevalenza indiscussa del lavoro intellettuale. Con una governance snella, controlli tecnici adeguati e modelli di comunicazione efficaci, l’IA diventa un vantaggio competitivo e un fattore di qualità.

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