La tecnologia dei deepfake rappresenta una delle sfide più insidiose per la società moderna. Questi materiali manipolati, creati attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, sono capaci di falsificare la realtà in modo estremamente convincente. Le implicazioni legali e sociali dei deepfake sono enormi e rendono dunque necessario un intervento normativo urgente. In questo articolo, esploreremo i modi in cui diritto e la tecnologia si incrociano in questo contesto, analizzando anche alcuni casi pratici.
Cosa sono i Deepfake?
I deepfake sono una tecnologia avanzata di intelligenza artificiale che consente di creare contenuti multimediali falsificati, generalmente video e audio, che appaiono estremamente realistici. Queste tecnologie permettono addirittura di sovrapporre volti e voci su immagini di altre persone, creando contenuti che possono sembrare davvero autentici, ma sono completamente fittizi. Più nel concreto vi è un apprendimento automatico per analizzare e replicare i modelli di volto e voce umani, tramite una tecnica conosciuta come rete antagonista generativa (GAN). Le GAN sono reti neurali che lavorano in coppia: una rete genera contenuti falsi mentre l’altra cerca di distinguerli da quelli reali, migliorando continuamente il realismo dei deepfake. Questa capacità di manipolare la realtà ha sollevato preoccupazioni in molteplici settori, dalla politica all’intrattenimento, finanche alla sicurezza personale.
Sfide Legali dei Deepfake
Le leggi esistenti spesso non sono sufficienti a coprire le specificità di queste nuove tecnologie, lasciando molti aspetti sia legali che etici senza un’adeguata risposta. Questa nuova tecnologia inoltre, può facilmente essere impiegata per scopi maligni come la disinformazione politica, la pornografia non consensuale, il revenge porn, la frode e il cyberbullismo. Negli Stati Uniti, per esempio, la California (California Assembly Bill No. 602/2019) e il Texas (Texas Senate Bill No. 751/2019) hanno introdotto leggi che vietano l’uso di deepfake a fini di interferenza elettorale e per creare contenuti pornografici non consensuali. In Europa, il GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) offre alcune protezioni, ma non è specificamente mirato verso i deepfake. Il Regno Unito, invece, sta valutando l’introduzione di leggi che criminalizzino la creazione e la distribuzione di deepfake senza il consenso delle persone coinvolte (Online Safety Bill).
Casi Pratici di Deepfake
• Primo Caso: Il Deepfake di Nancy Pelosi
Nel maggio 2019, un video di Nancy Pelosi, portavoce della Camera Democratica degli Stati Uniti, è stato caricato sui social media, mostrandola mentre sembrava parlare in modo incoerente, dando l’impressione che fosse sotto l’influenza dell’alcol. In realtà, il video era stato manipolato per rallentare deliberatamente la velocità delle immagini e dell’audio, alterando così la percezione del pubblico. Il video manipolato è rapidamente diventato virale, raccogliendo milioni di visualizzazioni e condivisioni su piattaforme come Facebook e Twitter. Questo ha sollevato preoccupazioni riguardo alla facilità con cui i deepfake possono essere utilizzati per disinformare il pubblico e minare la credibilità delle figure pubbliche. La reazione delle piattaforme social, poi, è stata oggetto di dibattito. Facebook, ad esempio, ha deciso di non rimuovere il video ma di limitare la sua diffusione e aggiungere semplicemente un avviso per informare gli utenti che il contenuto era stato manipolato.
• Secondo Caso (esempio): Un Deepfake nella Pornografia Non Consensuale
Supponiamo che un individuo crei un video pornografico deepfake utilizzando l’immagine di una celebrità nota. Il video viene poi caricato su vari siti web e piattaforme di social media, dove inizia a diffondersi rapidamente. In breve tempo, milioni di persone visualizzano il contenuto, molte delle quali credono che sia autentico. La vittima, la celebrità in questione, si trova quindi ad affrontare un grave danno alla propria reputazione e alla propria privacy. È dunque chiaro che, anche se il video è un falso, l’illusione di autenticità creata dai deepfake può avere conseguenze devastanti sulla vita personale e professionale della parte lesa. In questo scenario, la celebrità potrebbe decidere di intraprendere azioni legali contro i creatori e i distributori del deepfake. Tuttavia, la mancanza di leggi specifiche e chiare riguardanti questa specifica tecnologia potrebbe rendere difficile perseguire i responsabili.
Conclusione
Sebbene gli esempi ipotetici di abuso, come nel caso della pornografia non consensuale o della disinformazione politica, mettano in luce le gravi minacce poste dai deepfake, è importante considerare anche le loro potenziali applicazioni benevole e le recenti ricerche che mirano a mitigarne i rischi associati. Studi recenti stanno già esplorando vari modi per rilevare e prevenire i deepfake nella loro generalità. Ad esempio, ricercatori del MIT stanno sviluppando algoritmi avanzati che possono identificare le caratteristiche distintive dei video falsificati, migliorando la capacità di rilevamento. In conclusione, i deepfake rappresentano una doppia lama: da un lato, offrono innovazioni straordinarie con applicazioni benefiche in vari campi; dall’altro, presentano minacce significative alla privacy, alla sicurezza e all’integrità delle informazioni.