Ogni anno gli avvocati italiani sono chiamati a confrontarsi con una costante della professione: l’obbligo di aggiornamento formativo continuo.
I crediti formativi avvocati, pur essendo previsti dalla normativa deontologica, vengono spesso percepiti come un semplice adempimento burocratico, da assolvere tra una scadenza e l’altra.
Eppure in un’epoca in cui la trasformazione digitale sta rivoluzionando l’esercizio della professione forense, la formazione può, e dovrebbe, diventare qualcosa di molto diverso. Ad esempio uno strumento strategico, un investimento mirato e un motivo di innovazione concreta per lo studio legale.
Cosa sono i crediti formativi avvocati e perché sono obbligatori?
L’obbligo formativo è disciplinato dal Regolamento CNF n. 6 del 16 luglio 2014, in particolare ai sensi dell’art. 12, sappiamo che si fissa a 60 il numero dei crediti formativi da maturare nel triennio, con un minino annuo di 15.
Con specifico riferimento alle materie obbligatorie si prevede che il numero minimo di crediti formativi da maturare nel triennio sia 9, di cui almeno 3 all’anno:
- Ordinamento e previdenza forensi
- Deontologia ed etica professionale
I crediti formativi avvocati possono essere acquisiti attraverso corsi in presenza o a distanza, seminari, convegni, master universitari, pubblicazioni giuridiche e, in alcuni casi, attività di docenza.
Il Consiglio Nazionale Forense (CNF) specifica che i corsi devono essere funzionali all’esercizio della professione e coerenti con i principi etici della professione forense: probità, dignità, decoro e autonomia.
È importante ricordare che qualsiasi contenuto formativo, anche in ambito digitale o tecnologico, deve mantenere un carattere informativo e non promozionale, essere fondato su basi tecniche, ed evitare derive commerciali non consentite dal Codice Deontologico (art. 17 e 35).
Perché non sottovalutare i crediti formativi avvocati?
Soprattutto negli ultimi anni è emerso chiaramente quanto la formazione professionale possa contribuire non solo ad adempiere a un obbligo, ma anche a rafforzare le competenze strategiche di un avvocato, migliorare la produttività dello studio e renderlo più competitivo.
Il mondo del diritto, da sempre considerato tradizionalista e impermeabile al cambiamento, sta oggi affrontando tre grandi transizioni:
- Digitalizzazione dei processi: introduzione del processo telematico, udienze da remoto, firma digitale, smart working.
- Automazione del lavoro ripetitivo: legal tech, intelligenza artificiale.
- Comunicazione e reputazione online: siti web, informazione deontologicamente corretta, contenuti divulgativi.
Investire tempo e risorse nei crediti formativi avvocati orientati a queste aree significa prepararsi al cambiamento, senza perdere l’identità e il rigore della professione.
Aree di formazione legale
In particolare ci sono degli ambiti di formazione interdisciplinari che permettono ai giuristi e ai professionisti forensi di integrare le loro competenze, unendo conoscenze giuridiche, etica forense e innovazione tecnologica.
Automazione documentale e gestione dei flussi di lavoro
Gran parte del tempo negli studi legali viene assorbito da compiti ripetitivi e a basso valore aggiunto, come redazione di atti standardizzati, gestione delle scadenze, archiviazione di documenti e compilazione di modelli.
Oggi esistono strumenti che permettono di:
- Automatizzare la redazione di atti e contratti
- Digitalizzare la gestione dei fascicoli
- Impostare workflow personalizzati per clienti e scadenze
Formarsi in automazione legale e gestione digitale dei flussi di lavoro consente di risparmiare tempo, ridurre gli errori e migliorare la qualità del servizio. È un modo interessante e soprattutto un investimento utile per sfruttare i crediti formativi avvocati.
Cybersecurity e protezione dei dati
L’avvocato è un soggetto che tratta dati personali sensibili. L’obbligo di protezione non è solo un dovere morale, ma un preciso onere giuridico, derivante dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) e dalle normative nazionali.
Acquisire competenze in sicurezza legale, oltre a evitare sanzioni, rafforza la tutela del cliente e della reputazione professionale.
Un corso accreditato può insegnare:
- Come evitare data breach e attacchi ransomware?
- Quali strumenti crittografici adottare?
- Come comportarsi in caso di violazione e quali sono gli obblighi di notifica?
- Quali sono le responsabilità civili e deontologiche in materia?
SEO legale e marketing legale
In un mercato sempre più competitivo, la reputazione online è uno dei fattori che influenzano la scelta del legale da parte del cliente. L’avvocato, però, non può fare pubblicità in senso commerciale: è vincolato a un modello comunicativo informativo, veritiero e sobrio.
Ecco perché studiare:
- Come redigere articoli o post in chiave SEO?
- Come utilizzare LinkedIn in modo professionale e coerente?
- Come costruire un blog informativo giuridico?
- Come comunicare in modo non promozionale?
Come scegliere il giusto percorso formativo?
Per sfruttare al meglio i crediti formativi avvocati, ecco alcuni consigli operativi:
- Verifica l’accreditamento: ogni evento formativo deve essere accreditato dal CNF o da un Ordine territoriale.
- Consulta le piattaforme ufficiali: il CNF pubblica l’elenco aggiornato dei corsi disponibili anche online.
- Prediligi corsi che uniscono diritto e tecnologia: il diritto dell’informatica, la legal tech, la blockchain e l’AI sono oggi riconosciuti come ambiti rilevanti per la professione.
- Controlla che i contenuti siano neutrali e non promozionali: nessun corso deve contenere riferimenti autocelebrativi o pubblicitari.
Valutazioni finali
I crediti formativi avvocati e in generale la formazione non è solo un obbligo deontologico, ma possono rappresentare la chiave per costruire una professione più digitale, più efficiente e più consapevole.
La sfida consiste nel passare da una formazione “per dovere” a una formazione “per crescita”. Chi saprà sfruttare questo tempo per aggiornarsi in modo intelligente, resterà al passo con il cambiamento, senza mai tradire la dignità, il decoro e l’etica forense.