Il Chief Transformation Officer (CTO): Compiti e Formazione

Il ruolo del Chief Transformation Officer (CTO) è emerso come una figura strategica prioritaria. Ci si riferisce alla figura designata come responsabile della guida e della gestione del cambiamento all’interno di un’organizzazione, con l’obiettivo di adattarla in maniera efficiente alle nuove esigenze del mercato e alle opportunità create dalla trasformazione dell’ambiente circostante, anche digitale.

Chi è il Chief Transformation Officer (CTO)?

Il CTO è, solitamente, un dirigente di alto livello facente parte del consiglio direttivo di un’azienda, incaricato di orchestrare e implementare strategie di cambiamento per migliorare l’efficienza, l’innovazione e la competitività della compagnia.

Quali Sono i suoi Compiti?

Il suo compito primario è quello di garantire che l’organizzazione si evolva in maniera costante, sia sul fronte operativo che su quello tecnologico. Più nello specifico, deve essere in grado di identificare le aree critiche che possono avere margine di miglioramento, promuovere una cultura del cambiamento all’interno dell’azienda, e collaborare con vari dipartimenti per adottare nuovi processi e tecnologie.

Come si Diventa un CTO?

È necessario ricordare che questo ruolo non si limita alla gestione della trasformazione digitale, anche se certamente preminente negli ultimi anni, ma abbraccia anche l’evoluzione strategica dell’intera organizzazione. Proprio per questo motivo diventare CTO richiede una combinazione di esperienza professionale e competenze tecniche maturate nel tempo.

Formazione

La maggior parte dei CTO ha una solida formazione in campi come economia aziendale, ingegneria o, negli ultimi anni, informatica. Inoltre, è certamente consigliato aver maturato un certo grado di esperienza in ruoli di leadership e progetti strategici. Le persone che ricoprono questa posizione, invero, hanno spesso alle spalle un background nel campo del project management.

Competenze Trasversali

Una lista di “soft skills” è altresì necessaria per questa figura. Tra le principali è possibile individuare:

Gestione del Cambiamento e Leadership:

Il Chief Transformation Officer è un “agente del cambiamento”, il che significa che deve saper gestire la transizione da vecchi processi e tecnologie a nuovi modi di lavorare. Per queste ragioni è imperativo che sia provvisto anche di una propensione alla leadership e alla mediazione.

Lavoro Interfunzionale:

La figura in esame si troverà a dover guidare diversi dipartimenti aziendali verso un’unica e comune direzione: IT, marketing, risorse umane, finanza, e molti altri ancora, dunque deve essere in grado di costruire dei ponti tra i diversi livelli dell’organizzazione.

Capacità di Gestione del Rischio:

Il CTO deve poi essere in grado di valutare con occhio esperto i possibili rischi associati a questo processo di trasformazione. Inclusi, naturalmente, sia quelli tecnologici (come la sicurezza informatica e l’adozione di nuove tecnologie presso l’azienda) che quelli organizzativi (come la resistenza al cambiamento o il fallimento delle implementazioni che sono state adottate).

Differenze tra CTO e CDO (Chief Digital Officer)

In un contesto di piena trasformazione digitale come quello nel quale ci troviamo oggi, la figura del CDO nasce specificatamente per comprendere come le nuove tecnologie (intelligenza artificiale, cloud computing, blockchain, IoT, big data, ecc.) possano essere integrate nei processi aziendali per creare valore. Si può dunque affermare che questa figura sia principalmente responsabile della trasformazione digitale complessiva dell’azienda.

Mentre il CTO si concentra maggiormente sulla cooperazione tra dipartimenti per la transizione di molteplici settori dell’azienda e sulle infrastrutture, il CDO ha il compito di garantire che le innovazioni tecnologiche adottate vengano sfruttate correttamente per trasformare ed innovare il modello di business corrente, dai processi operativi alle interazioni con clienti e fornitori.

Come si Misura il Successo della Trasformazione?

Per queste figure “C-Suite” dell’azienda è importante monitorare costantemente i risultati delle loro iniziative, dunque operano sulla base di un modello chiamato “Key Performance Indicators (KPI)”, un valore concretamente misurabile che dimostra quanto efficacemente un’azienda stia conseguendo i suoi principali obiettivi strategici.

Grazie a questo parametro è possibile tener conto di molteplici indicatori durante la “misurazione”, tra cui:

  1. Esperienza del cliente (tempo di risposta dei sistemi, Customer Lifetime Value – CLV, ecc.)
  2. Budget in campi di ricerca e sviluppo (tempo di sviluppo e conseguente rilascio di nuove tecnologie/prodotti)
  3. Sicurezza e gestione dei rischi informatici (numero di incidenti di cybersicurezza avvenuti e risolti, tasso di perdita/compromissione di dati, ecc.)
  4. Sostenibilità della transizione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Consenso ai cookie GDPR con Real Cookie Banner